In un tempo abbastanza lungo

Giampaolo Nicolais psicologo clinico e psicologo terapeuta, direttore della Scuola di Specializzazione in Piscologia clinica presso la Facoltà di Medicina dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” nel periodo del lockdown si è cimentato nella redazione del libro “In un tempo abbastanza lungo” edito da San Paolo (140 pag. – 16.00 euro).

Il libro si suddivide in quattro capitoli e racconta del tempo trascorso all’interno della mura domestiche nel lungo periodo del lockdown.

Una riflessione sul ruolo dei genitori, dei figli ed il rapporto tra genitori e figli mettendo in primo piano la sua esperienza di padre e di docente di psicologia sulle lezione apprese durante il tempo di forzata clausura.

Interessante nel quarto capitolo l’accenno ai giovani e alla comparazione che ne segue con gli adulti.

L’autore fa riferimento alle polemiche nate riguardo agli assembramenti in discoteca che ha portato ad un aumento di positivi tra giovani nel periodo estivo.

Tra le notizie che rimbalzavano tra un canale e l’altro, l’autore si sofferma a pensare ad un particolare che ai molti è sfuggito che erano stati proprio i “grandi” così li definisce a tenere aperte le discoteche.

L’autore rileva che nel corso della pandemia si sia svolto uno scontro generazionale. Il vecchio ha difficoltà a lasciare il passo al nuovo a cui si aggiunge la colpevolizzazione delle nuove generazioni.

Gli adulti dal dopoguerra fanno ricostruito il Paese ma è anche vero che hanno provveduto a sperperare ricchezze e indebitandoci non mettendo in atto un piano con una veduta a lungo termine.

A parte la pandemia, la ripresa sarà difficile e i nostri figli avranno sempre maggiori difficoltà a trovare un lavoro, crearsi una famiglia e contare su una pensione.

La mancanza di fiducia nelle nuove generazioni con i giovani visti come incapaci fa si che diminuisce in loro l’autostima con la conseguenza di una incapacità di fare delle scelte e crearsi un futuro.

Il libro scritto nel periodo del lockdown mette a confronto due generazioni che hanno capito che non esiste la perfezione e solo dal confrontarsi e dalla consapevolezza dei propri limiti si può imparare a crescere e creare un percorso di vita.

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